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Sum addio, arriva la Normale
Agli effetti significa la scomparsa dell'Istituto italiano delle Scienze Umane (Sum), che entrerà a far parte della Normale di Pisa
Tecnicamente è definita fusione tra Atenei. Agli effetti significa la scomparsa dell'Istituto italiano delle Scienze Umane (Sum), che entrerà a far parte della Normale di Pisa. E ne sarà il terzo braccio, importando il «modello Normale» a Firenze per i suoi dottorati di ricerca nell’ambito delle scienze umane e sociali. Si concretizzerà in Toscana uno degli esperimenti voluti dalla legge Gelmini, quello che prospetta la fusione o la federazione tra gli Atenei. Con tanto di incentivi economici nell’annuale fondo di finanziamento destinato alle Università pubbliche. Il primo matrimonio delle eccellenze lo hanno siglato (manca solo la firma) la Scuola Normale di Pisa e l’Istituto italiano delle Scienze Umane, che faranno parte di un unico (nuovo) soggetto.
Nascerà nel 2013, oggi — nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico alla Normale — il Ministro dell’Istruzione e dell’Università Francesco Profumo, con un video messaggio, lo battezzerà come «esempio da seguire per tutte le eccellenze, che da credibilità al sistema universitario». Nell’attuale sede del Sum a Firenze — a palazzo Strozzi — proseguiranno le attività di ricerca (dottorati e post-dottorati) e resteranno gli attuali docenti, ma cambierà la denominazione: si chiamerà Scuola Normale. «Una scelta coraggiosa ed una vanto per noi, perché significa che in questi sei anni abbiamo lavorato bene e mostrato la nostra eccellenza» sottolinea l’attuale direttore del Sum, Mario Citroni. La decisione «coraggiosa» consentirà un risparmio annuale di 300 mila euro, la possibilità di accedere alla quota premiale del Ministero, a costo però della perdita di autonomia. E della stessa denominazione Sum: «La Normale cambierà lo statuto, il direttore del ‘‘vecchio’’ Sum farà parte del cda ed avrà funzioni simili agli attuali presidenti delle due classi di Scienze e Lettere: a Firenze saremo noi a gestire la formazione nelle Scienze umane e sociali» puntualizza Citroni.
La Normale «fiorentina» permetterà anche di ampliare le attività di ricerca: «Bandiremo nuovi dottorati, entro il 2015 punteremo anche qui a Firenze alla taglia ottimale delle due scuole di Scienze e Lettere a Pisa, ovvero 30 dottorati ogni anno» assicura il direttore della Scuola Normale Fabio Beltram. Neanche lui vuol sentir parlare di scomparsa del Sum: «Sarà il terzo braccio della Normale, che porta il modello della formazione in altri ambiti, oltre le norme imposte da Napoleone». A Firenze — oltre ai dottorati — raddoppieranno anche gli incarichi di docenza, attualmente otto. E per metà del prossimo anno dovrebbero concludersi anche i lavori di ristrutturazione della residenza per i dottorati, che sorgerà nell’area ex Macelli. Un centro di eccellenza che prova a crescere sempre di più, e che — a quanto pare — è visto con entusiasmo dalla ‘‘concorrenza’’, l’Università di Firenze: «Vediamo con interesse tale integrazione, sapendo che riguarda soprattutto aree in cui il nostro Ateneo ha da tempo un’offerta variegata ed estremamente qualificata di dottorati di ricerca — peraltro alcuni congiunti con il Sum — che sicuramente potrà trovare nuovi e interessanti stimoli» ha commentato il rettore Alberto Tesi.
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