Milano, 24 maggio 2012 - 09:49

L'ateneo toscano è donna

Calo delle iscrizioni anche a Firenze e Siena. Resta il problema del ritardo con cui gli studenti delle università toscane conseguono il titolo di studio

di Gaetano Cervone

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L’Università toscana (e non solo) è donna, in tutti i sensi: il numero delle laureate nel 2011 supera abbondantemente quello degli uomini (61% a Firenze, 60,3% a Siena), le donne hanno un voto di laurea in media più alto rispetto agli uomini (105 contro 103,5 a Firenze, 105,8 contro 103,5 a Siena) e terminano gli studi per prima, pur ritardando – comunque – a Firenze di un anno e sei mesi il conseguimento del titolo, a Siena di tredici mesi. Sono però meno disponibili ad allontanarsi dalla propria città di residenza per motivi di lavoro.

Presentata martedì la XIV indagine sul profilo dei laureati italiani condotta dal Consorzio Almalaurea, a cui aderiscono l’Università di Firenze e di Siena (non Pisa) e che – a livello nazionale – registra un calo delle immatricolazioni del 15% negli ultimi otto anni: «Un dato pesante – si legge nel rapporto – frutto del calo demografico, della diminuzione degli immatricolati in età più adulta, del deterioramento della condizione occupazionale dei laureati». Un calo che riguarda anche Siena e Firenze, anche se non con valori particolarmente allarmanti ed in alcuni casi dovuti anche all’aumento dei corsi a numero programmato. Resta, invece, il problema del ritardo con cui gli studenti delle università toscane conseguono il titolo di studio: a Firenze la media (comprensiva di triennale e magistrale) si attesta su un anno e sette mesi, toccando i due anni nel caso degli uomini (1,6 per le donne). Valori al di sopra delle media nazionale ( un anno e cinque mesi), ma va meglio a Siena dove il valore (del ritardo) si abbassa ad un anno e due mesi, riducendosi di un ulteriore mese – anche in questo caso – se si prende in considerazione il percorso di studio delle donne, che anche nella valutazione finale sono più brave dei colleghi uomini.

La media del voto di laurea, infatti, sia a Siena (105,8) che a Firenze (105) vede premiare le dottoresse, rispetto invece ai dottori che a Firenze si attestano sul 103,7, mentre a Siena sul 103,5. In riva all’Arno sono i laureati in Architettura ad avere la media del voto finale (107,6) più alta tra le facoltà, che vede “penalizzati” i dottori in Psicologia che si fermano a 98,9. A Siena, invece, sono quasi tutti laureati con lode chi frequenta corsi di laurea Interfacoltà, mentre i futuri avvocati (o magistrati) non riescono ad andare oltre la media del 101,5. I dati sulla mobilità, infine, sfidano la leggenda dei “bamboccioni”: più dei due terzi dei laureati (a Siena come a Firenze) è disposto a lavorare anche fuori dalla sua città di residenza, o comunque a viaggiare costantemente. In questo caso – però – le percentuali premiano gli uomini: solo il 32,7% delle dottoresse fiorentine si trasferirebbe in un’altra città per ragioni di lavoro (43,2% gli uomini), mentre il quadro non cambia a Siena, dove il trasferimento sarebbe accettato solo dal 40,5% delle donne, rispetto al 50,5% degli uomini. A Firenze sono i politologi quelli più disposti a cambiare anche residenza (44,3%), molto meno propensi sono invece i laureati in Scienze della Formazione: qui solo il 20,3% farebbe una scelta simile. Non cambia il quadro a Siena: il 55,8% dei laureati in Scienze Politiche si trasferirebbe in un’altra città per ragioni di lavoro, mentre non la pensano così i laureati in Lettere, poiché solo il 31,5% sarebbe disposto al cambio di residenza.

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