Milano, 7 giugno 2012 - 10:35

Voti pubblici ai prof
L'ateneo li mette online

Sono visibili a tutti — sul sito dell’Ateneo — le «pagelle» compilate online al termine di ogni lezione dagli studenti

di Gaetano Cervone

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È contenuta in poche righe la più grande rivoluzione normativa a favore della trasparenza lanciata dall’Università di Firenze: «I consigli di corso sono invitati a favorire la comunicazione dei risultati delle valutazioni sulla didattica realizzate dagli studenti». Ovvero, rendere visionabili a tutti — sul sito dell’Ateneo — le «pagelle» compilate online al termine di ogni lezione dagli studenti: domande sulle attrezzature (ed aule) utilizzate, ma soprattutto sul docente: rispetto degli orari, chiarezza delle esposizioni, capacità di stimolare l’interesse alla materia. Risposte che restavano però, in maggioranza, accessibili ai soli presidenti dei corsi di studio. Prima della decisione della commissione didattica: il silenzio assenso sulla pubblicazione. Così, se negli anni passati il docente doveva acconsentire collegandosi al sistema, da quest’anno sarà esattamente l’opposto: i risultati sono visibili a tutti. Se il prof vuole appellarsi alla privacy, dovrà intervenire per impedirne la diffusione: al momento in pochi lo hanno fatto.

LA PAGINA DELLE VALUTAZIONI - Basta collegarsi alla pagina specifica delle valutazioni per rendersi conto dell’esplosione di trasparenza, con interi corsi di laurea che hanno liberato l’accesso alla consultazione delle «pagelle». Nello scorso dicembre solo il 31 per cento degli insegnamenti totali relativi allo scorso anno accademico era aperto alla libera consultazione, facoltà come Scienze Politiche, Giurisprudenza, Farmacia e Psicologia annoveravano il record negativo di nessun insegnamento in «chiaro». Incertezze sulla modalità di accesso al sistema, timori di trasformare la valutazione in «scandalismo», dubbi su possibili letture forvianti e forse anche un po’ di pigrizia da parte di qualche docente. Tutto spazzato via dalla nuova norma («l’invito a favorire la comunicazione dei risultati delle valutazioni») che ha costretto tutti i presidenti di corso di laurea a riunire il consiglio e deliberare (a maggioranza) sulla ricezione o meno del regolamento. Risultato: su 142 corsi di laurea, al momento in 73 hanno scelto la strada della totale trasparenza. Non a Giurisprudenza, l’unica facoltà a non avere alcuna valutazione consultabile. Tutt’altra storia a Matematica, che — con l’imminente via libera del cdl di Scienze e Tecnologie Biologiche — raggiunge il traguardo del 100% di trasparenza. Trainando così l’intera locomotiva anche in vista dell’assegnazione della quota del Fondo di Finanziamento Ordinario da parte del Ministero, che premia gli Atenei più virtuosi sul numero totale dei corsi monitorati e su (alcuni) dei giudizi espressi.

ALCUNI RISULTATI - La norma sul «silenzio assenso» della commissione didattica produce già i primi effetti, rompendo anche il fronte sul «divieto di accesso» ai giudizi degli studenti che aveva visto compatti i docenti di Scienze Politiche, Psicologia, Farmacia e Giurisprudenza. Lo scorso dicembre annoveravano il triste record di zero insegnamenti in «chiaro». Ovvero: valutazione degli studenti ad uso e consumo solo interno. Psicologia è spaccata in due, con il Corso di laurea (cdl) in Scienze e tecniche psicologiche che ha deliberato a favore della pubblicizzazione dei risultati, diversamente — invece — da quanto fatto dal Cdl magistrale in Psicologia. E qui, anche se i giudizi complessivi sui docenti sono superiori alla media di Ateneo, resta il problema delle strutture: per gli studenti sono inadeguate, ottenendo un 5,77, che la pone in penultima posizione. Va peggio solo a Lettere e Filosofia, dove — secondo gli studenti — ci sono le strutture peggiori, soprattutto per gli iscritti al cdl in Storia dell’Arte, il punteggio più basso (4,55) di tutto l’Ateneo. A Farmacia, invece, si è creata una crepa imponente: il cdl di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche ha deciso — è l’unico — di procedere nella misura della massima trasparenza, senza neppure aspettare di riunire il Consiglio. Le risposte dei docenti sono arrivate tramite posta elettronica al presidente del corso di laurea, la professoressa Maria Novella Romanelli: «È stato anche "rischioso" perché in questo caso occorreva la maggioranza degli aventi diritto: ma perché aspettare?», spiega la docente. L’esplosione di trasparenza si è verificata a Scienze Politiche, dove sette corsi di laurea su nove hanno deliberato per la messa in chiaro dei risultati, per poi chiedere al Consiglio di interpellare il garante della privacy: i giuristi temono che l’Ateneo, con la norma sul silenzio assenso, possa andare incontro ad accuse di diffamazione. Ed infatti — a proposito di giuristi — la facoltà di Giurisprudenza resta l’unica a non concedere la visione dei giudizi degli studenti per nessun insegnamento. Eppure, guardando le medie per ogni facoltà (le uniche obbligatorie) proprio i giuristi non avrebbero nulla da preoccuparsi: alle domande clou sulla soddisfazione dell’operato del docente, Giurisprudenza strappa un dignitoso terzo posto. Sul podio salgono Scienze della Formazione e Lettere e Filosofia. Ma chi strappa il 10 in pagella degli studenti insegna Metodologie avanzate di medicina B ad Ingegneria: si chiama Marco Ruggiero, il controverso docente che rischia una censura da parte dell’Ateneo per le sue teorie sulla cura dell’Aids. Per Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, invece, lo scettro (forse quello più importante) di facoltà più trasparente: tutti i corsi di laurea hanno reso pubblici le valutazioni. Fatta sempre salva la possibilità di non acconsentire a questo tipo di comunicazione.

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