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Lettere, viaggio nelle nuove aule
Dopo circa cinque anni di lavori di ristrutturazione la didattica dell’Università di Firenze torna in via Gino Capponi
Dopo circa cinque anni di lavori di ristrutturazione la didattica dell’Università di Firenze torna in via Gino Capponi. Da una settimana, infatti, gli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia seguono i corsi nelle aule del nuovo plesso, circa 21 tra laboratori e aule studio disposti su tre piani, per un totale di 790 posti. I lavori di ristrutturazione –iniziati nel 2007 – sono costati circa 18 milioni di euro, comprensivi di arredamenti e maxischermi. E così da lunedì scorso, gli studenti costretti a seguire i corsi nelle vecchie aule di via degli Alfani, si ritrovano una sede nuova di zecca e con tutti i comfort tecnologici: proiettori, schermi all’ingresso per indicare le aule, rete wireless.
«Un’inversione di tendenza importante per la Facoltà di Lettere e Filosofia, che offre ai propri studenti una sede degna e molto bella» ha spiegato il preside Riccardo Bruscagli, per il quale la chiusura di via degli Alfani si inserisce nell’ottica di «una strategia di lungo corso che vuole trasformare il plesso di piazza Brunelleschi in una grande biblioteca del centro storico e rendere più degli gli spazi didattici». Al piano terra saranno trasferite anche gli uffici delle segreterie di Lettere e Filosofia, Architettura e Scienze della Formazione: «Ci sono ancora piccoli lavori di adattamento della struttura alle nuove esigenze, ma contiamo di terminare il tutto a febbraio e poi valutare se trasferire subito le segreterie nella nuova sede o attendere il temine delle attività didattiche» ha annunciato Luca Bagnoli, delegato del rettore al bilancio dell’Ateneo fiorentino.
Una sede che consentirà anche un risparmio sugli affitti (la sede di via degli Alfani è un palazzo del Comune), ma che con le sue grandi e al momento spoglie mura riapre un argomento molto caro al prorettore Bagnoli: «Stiamo valutando anche allestimenti che consentano l’ingresso di pubblicità, qui come nelle altre sedi dell’Ateneo: chiaramente ci riserviamo il diritto di decidere chi e come, ma il progetto è in fase avanzata e molti atenei lo stanno già sperimentando».
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