in formazione
Scegliere l'università,
a partire dagli esami
«Seguire qualche lezione è una buona idea ma prima dovrebbero chiarirci quali sono le capacità che ci vengono richieste»
«Dove si scende per andare al Polo di Novoli?». La scuola di Elisa, Malika e Sarah, studentesse di Montepulciano all’ultimo anno delle superiori, una volta organizzava dei pullman per mandare ragazze e ragazzi agli open day dell’orientamento universitario, ma i fondi hanno cominciato a scarseggiare. Per questo le tre maturande, assenti giustificate da scuola, la scorsa settimana sono venute a Firenze «in proprio», sbarcando in città e prendendo il 23 per il Polo di Scienze Sociali dove si teneva l’open day di economia: non il primo per loro, ma quello a cui erano più interessate.
Com’è andata? «Molto bene in confronto ad altri open day — ha detto Sarah — hanno spiegato in concreto come funziona, in cosa consistano i vari esami; altre volte avevano organizzato un fac-simile di lezione senza però spiegare nulla sulla struttura dei corsi». Non un’osservazione banale: se è vero, come emerge nei convegni, che i saloni dell’orientamento e gli stessi open day delle università sono spesso una perdita di tempo, e che ogni università dovrebbe dare modo agli studenti di assistere direttamente a lezioni del primo anno delle diverse discipline, non bisogna dimenticare le informazioni di base. E altre informazioni fondamentali: «Seguire qualche lezione è una buona idea — continua — ma prima dovrebbero chiarirci quali sono le capacità che ci vengono richieste: per esempio, all’open day di economia ci hanno ricordato che nel corso di statistica c’è molta matematica, così come per i corsi di diritto avere delle basi è utile, viene rispiegato ma se si parte avvantaggiati è sempre meglio. Una volta che uno sa cosa gli viene chiesto, può decidere».
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