Milano, 19 aprile 2013 - 14:56

Università: destra unita, sinistra no

Ci sarà tempo fino al 24 aprile presentare le liste. Non si potranno candidare studenti al secondo anno fuoricorso

di Gaetano Cervone

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Dopo otto anni (e tre tornate elettorali) le destre studentesche andranno unite alle prossime elezioni. Studenti per le Libertà e Azione Universitaria hanno addirittura lo stesso banchetto nel mercato delle firme che al Polo di Novoli da qualche giorno ha già preso forma. Mancano ormai pochi giorni per la consegna delle liste: la deadline è fissata per mercoledì 24 aprile (si voterà il 21 e 22 maggio), e la riforma Gelmini, quella che ha abolito le Facoltà e reso plenipotenziari i dipartimenti, rende il tutto ancora più difficile. Perché ci sono più organi rappresentativi, più candidati da presentare, un numero maggiore di firme da raccogliere. E poi c’è la norma che vieta agli studenti al secondo anno fuoricorso di presentarsi: una sorta di rottamazione, dunque. Fissata dal regolamento elettorale.

Ci mancano solo le primarie, e il microcosmo della politica nazionale sarebbe al completo. Perché le destre vanno unite, le sinistre invece divise. Perché la eco delle primarie del Partito Democratico si avverte anche qui, nella lunga trattativa che vede Sinistra Universitaria-Udu e Centrosinistra per l’università (Csx) discutere sulla lista unica (o meno) per consiglio di amministrazione e Senato Accademico. E soprattutto perché a far paura non è tanto l’astensionismo, ma l’ipotesi «sciagurata» (per le liste studentesche da anni ormai in campo) che tra i corridoi dell’Ateneo possa improvvisamente spuntare una lista che si richiami al Movimento 5 stelle. «I grillini universitari potrebbero fare leva sul voto di opinione, perché anche da queste parti la disaffezione alla politica farà sentire i suoi effetti» avverte Andrea Badò, che nella coalizione di «centro destra per l’Università» (questo il nome della lista) rappresenta l’ala di Studenti per le libertà. A fare paura alle destre è appunto la scarsa partecipazione alle urne. Anche a Firenze, dove l’affluenza superiore al 10% di due anni fa fece toccare numeri da record tra gli atenei italiani: «Altri tempi, la riforma universitaria in atto catalizzava comunque voti nell’ordine pro o contro Gelmini» sottolinea Badò.

Perché la politica universitaria non è tanto distante da quella vera, in tutti i sensi. Le destre unite punteranno su due donne: Chiara La Porta e Angela Sorice, entrambe di Azione Universitaria: “Divisi si raccoglievano le briciole, uniti puntiamo a strappare un seggio sia in cda che al senato”. Anche perché le sinistre sono invece divise, e ce ne sono tre: Studenti di Sinistra (Sds), Sinistra Universitaria (Su) e Centrosinistra per l’Università (Csx). SU! e Csx si dicono in trattativa per andare insieme gli organi centrali: sarà così, come successe due anni fa, e come accadde nel 2009, quando quelli di Csx erano gli Studenti Democritici. Ora sono diventati praticamente gli Studenti Democratici: chi è al banchino era anche in via Forlanini nella sede del Pd a festeggiare intonando “Bella Ciao” la vittoria di Bersani.

«Renziani? Forse ce ne sono tra noi e non è un problema, non ci interessa chi voti, l’importante è l’adesione ai valori» spiega Luca Perinelli, bersaniano. Eppure la sensazione è che, mai come quest’anno, la politica sia entrata (e come) nelle Università: Csx ha aderito alla Rete Universitaria Nazionale (Run), che raggruppa tutte le associazioni studentesche che gravitano nell’area Pd: «È difficile pensare ad una fusione anche a livello locale quando comunque devi rispondere ad un organo politico nazionale» spiega Jacopo Dionisio, coordinatore di SU!, che a livello nazionale – invece – si richiama all’Udu, il sindacato studentesco. Sarà invece una candidatura di «contrasto» quella di Studenti di Sinistra, che starebbe pensando ad azioni di protesta per contestare “l’ingiusta” esclusione dal voto passivo degli studenti fuoricorso. Possibili disertazioni in alcune (ex) facoltà, ma presenza assicurata per Cda e Senato: «La nostra sarà una candidatura di contrasto ad un sistema elettorale che escludendo alcuni studenti ha minato il concetto di partecipazione» spiega Andrea Cimbalo, ex senatore accademico. Presenti anche Lista Aperta, gruppo vicino a Comunione e Liberazione. Il Collettivo Politico di Scienze Politiche (ColPol), da sempre prima lista nell’ex Facoltà di Scienze Politche ma clamorosamente esclusa due anni fa, starebbe invece pensando di non presentare alcuna candidatura.

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