UNIVERSITà
La guerra delle borse di studio
Nuovi requisiti, Toscana penalizzata
Gli atenei toscani rischiano la fuga degli studenti verso le università del Nord: sono gli effetti del decreto attuativo della riforma Gelmini
Gli atenei toscani rischiano la fuga degli studenti verso le università del Nord, dove aumentano le possibilità di poter beneficiare di borse di studio. Sono gli effetti (temuti) del decreto attuativo della riforma Gelmini che il Governo sta preparando sul tema del diritto allo studio. Una rimodulazione dei requisiti di reddito che impone alla Toscana di abbassare da 18 a 17 mila euro la soglia di reddito Isee entro cui è possibile richiedere borsa di studio e alloggio (per gli studenti fuorisede), aumentandola — invece — per le regioni settentrionali.
E così chi decide di studiare a Bologna o Milano potrà ottenere una borsa di studio se ha un reddito inferiore a 20 mila euro, mentre per gli universitari di Firenze, Pisa e Siena la soglia si abbassa a 17 mila euro. Per tutte le regioni meridionali, invece, il tetto Isee è fissato a 14.300 euro. E dire che la Regione quest’anno aveva aumentato la soglia Isee portandola proprio da 17 a 18 mila, garantendo — così — 700 borse di studio in più rispetto alle 11100 dell’anno scorso. Se la norma dovesse essere approvata l’Azienda per il diritto allo Studio sarà costretta a fare un passo indietro, ma il vicepresidente Stella Targetti ha assicurato agli studenti che farà sentire la loro vice alla Conferenza dei presidenti delle Regioni in programma nei prossimi giorni. Ma la mobilitazione studentesca è già iniziata: striscioni e sit-in di Sinistra Universitaria-Udu (SU!) questa mattina in piazza Bambini di Beslan e successivamente su Ponte Santa Trinita, «perchè di nuovo assistiamo ad un attacco frontale al nostro sistema di Diritto allo Studio, che vuol tagliare il numero degli studenti con borsa introducendo un’odiosa differenziazioni tra le regioni, che dalla Toscana rischia di spingere tanti studenti verso il Nord», commenta il coordinatore di«Su-Udu», Jacopo Dionisio.
In effetti, se si guardano ai numeri degli studenti non toscani iscritti negli Atenei della regione, si capisce la dimensione del rischio: 8697 a Siena (il 48% degli iscritti totali), 16.686 a Pisa (32%), 9.913 a Firenze (20%). E così anche i rettori vogliono vederci chiaro: per adesso nessuno ha voglia di commentare , ma da piazza San Marco descrivono un rettore Alberto Tesi piuttosto perplesso. Sono invece sul piede di guerra tutte le associazioni studentesche, dai Collettivi di Studenti di Sinistra a Centrosinistra per l’Università (Csx), che parlano di «gabbie salariali» sul modello Bossi. Sotto attacco anche le modifiche ai requisiti di merito: il Governo vorrebbe istituire limiti di età per i beneficiari di borse, aumentare il numero di crediti necessari, eliminare i punti bonus per raggiungere la soglia e soprattutto erogare i pagamenti solo a fine anno. «Si continua a tagliare come fatto ininterrottamente dal primo anno del governo Berlusconi — spiega il coordinatore di Csx Alberto Giusti — e in controtendenza rispetto a Germania, Francia e Spagna».
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