UNIVERSITà
Alghe infestanti stanate come serial killer
Per la ricerca della Caulerpa racemosa sono state usate tecniche diffuse in criminologia
Alla ricerca delle alghe infestanti con la tecnica che scopre i serial killer. È quanto hanno fatto tre ricercatori dell'Ateneo fiorentino il cui studio, condotto l'anno scorso, è stato poi pubblicato sulla rivista Biological Invasions. Per indagare l'origine di una alga infestante nel Mediterraneo, la Caulerpa racemosa, i tre biologi hanno impiegato il Geographic profiling, metodo diffuso in criminologia per individuare la possibile residenza di un serial killer, individuando così il focolaio in un porto della Sicilia occidentale, «dovuto probabilmente - spiega Alessio Papini del dipartimento di biologia dell'Ateneo di Firenze - all'attracco di una nave da carico proveniente dall'Australi.
Il Geographic profiling, si spiega in una nota dell'Università, si fonda su una formula matematica, la cosiddetta formula di Rossmo dal nome del suo scopritore, che, in ambito investigativo, partendo dai luoghi in cui sono avvenuti dei delitti seriali, consente di avanzare delle ipotesi su dove si trovi l'assassino. In ambito scientifico, questa tecnica è stata in parte adoperata dai biogeografi per individuare il luogo di diffusione di una specie o gruppi di specie.
Mai finora era stata applicata per determinare il focolaio di un'invasione biologica che si registra quando un ecosistema viene infestato da un organismo esterno. »Per verificare l'efficacia del Geographic profiling a questo scopo - racconta Papini - ci siamo concentrati inizialmente sulla Caulerpa taxifolia, un'alga invasiva che si è diffusa a seguito di un travaso dall'acquario di Monaco. Il test ha fornito risultati positivi e, a quel punto, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sùaltra varietà, la Caulerpa racemosa, la cui diffusione sta causando seri problemi di conservazione a vari ecositemi naturali. Approfondendo i nostri studi, considerando la distribuzione di quest'alga nel Mediterraneo, abbiamo individuato con il Geographic profiling il focolaio in un porto della Sicilia Occidentale. I dati hanno confermato la fondatezza di questa ipotesi«. La scoperta, si sottolinea dall'Ateneo, »ha una rilevanza scientifica perchè apre nuovi scenari in materia di salvaguardia degli ecosistemi«. »Il modello - conclude Papini - si presta a essere impiegato oltre che nella biologia marina anche in altre discipline, quali la geologia per esempio, e può fornire elementi utili per ridurre l'impatto ambientale dovuto a eventi di invasione biologica«.
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