Milano, 14 febbraio 2014 - 00:18

Il prof delle farfalle
che ha salvato il vino della Napa Valley

Dall'ateneo pisano alla vallata californiana: Andrea Lucchi, l'italiano nella task force chiamata a sconfiggere l'insetto che metteva a rischio i vigneti americani

di Pierpaolo Corradini

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PISA - Il vino californiano è salvo grazie anche all'intervento dell'Università di Pisa. A dirlo è Dave Whitmer, per vent'anni commissario agricolo della Napa Valley e in pensione dal dicembre scorso. Nel 2009 i californiani scoprono la presenza di un nuovo insetto di origine europea, una farfalla che ha il nome scientifico di Lobesia botrana, conosciuta anche come tignoletta della vite, e che danneggia irrimediabilmente l'uva per la vinificazione. È però troppo tardi per posizionare le trappole perché le farfalle se ne sono già andate. Nella nuova stagione 2010 si contano già 100mila esemplari e la situazione si fa preoccupante.

SOS DAL COMMISSARIO - Whitmer decide allora di chieder aiuto ad una task force internazionale, in cui entrano a far parte alcuni membri delle più prestigiose università americane e 6 ricercatori europei. Tra questi Andrea Lucchi, del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa, unico europeo ad essere poi invitato per ben 5 volte in California. «Sembra una barzelletta - racconta il prof. Lucchi - dove ci sono un tedesco, uno spagnolo, un francese e un italiano, e alla fine vengo invitato solo io». Lucchi è portavoce negli Stati Uniti anche dei colleghi italiani Claudio Ioriatti, della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige, e Bruno Bagnoli, del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura di Firenze. Insieme studiano un piano per debellare l'insetto nella Napa Valley e fin dall'aprile 2010 Lucchi si reca in California per collaborare con i ricercatori americani.

IL SISTEMA USA - «È impressionante l'organizzazione che hanno lì per questo genere di cose», spiega Lucchi. «Appena venuti a conoscenza del problema si sono attivati per risolverlo e per informare tutti. Ad esempio hanno inviato 40mila cartoline ai privati perché l'insetto avrebbe potuto attaccare anche le viti decorative e poi riprodursi». La farfallina è tanto temuta perché mangia gli acini quando si trova nella fase larvale, rendendo l'uva non vinificabile. Cosa che rappresenta un notevole danno economico per tutti gli imprenditori vinicoli californiani (10 le contee colpite dall'insetto) e in particolar modo per i più celebri vini della Napa Valley. Lucchi insegna quindi ai coltivatori locali i metodi migliori per combattere l'insetto, in particolar modo con l'utilizzo di trappole impregnate di feromone femminile, su cui i maschi si vanno ad appoggiare, attratti dall'odore, e vi rimangono letteralmente incollati. E se nel 2010 vengono catturati 99.266 insetti, nel 2013 all'interno delle 50mila trappole posizionate vengono ritrovati solo 30 esemplari (77 nel 2012). Costo dell'operazione: 30 milioni di dollari. «Alcune contee si sono già dichiarate fuori pericolo - conclude Lucchi - mentre altre stanno per farlo. Manca solo la Napa Valley per la quale ancora non possiamo avere la certezza dell'eradicazione, anche se i risultati lasciano ben sperare». In Italia purtroppo la tignoletta è endemica e non è possibile debellarla, ma solo controllarne lo sviluppo (sempre con le trappole), tra aprile a la vendemmia.

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