Milano, 18 agosto 2014 - 13:13

Voti agli Atenei, lo scivolone toscano

Pisa la migliore, ma fuori dalla top nella graduatoria internazionale di Shangai

di Gaetano Cervone

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Il rettore dell’Università di Pisa Massimo Augello lo aveva già chiesto un anno fa, il giorno dopo la pubblicazione della classifica dell’Academic ranking of world universities (Arwu) che confronta tutti gli Atenei al mondo: «Continuiamo a perdere pezzi: servono gli stati generali dell’Università italiana» spiegava Augello. Eppure parlava da rettore dell’Ateneo numero uno in Italia, classificatosi — nel 2013 — tra i primi 150 migliori Istituti al mondo assieme a La Sapienza di Roma dopo l’analisi dei ricercatori dell’Università di Shanghai.

UN APPELLO - Un appello rimasto inascoltato, ma che torna attuale dopo la nuova graduatoria di Ferragosto che vede gli Atenei italiani scivolare in classifica. Un effetto domino che colpisce anche gli Atenei toscani: l’Università di Pisa (con La Sapienza) esce dopo dieci anni dal ranking dei 150 Atenei migliori al mondo e finisce nel gruppo tra il 151° e 200° posto: magra consolazione, quella di essere tra le migliori sei in Italia, con Bologna, Milano, Padova, La Sapienza e Torino. Regge l’urto l’Università di Firenze, che resta nella classifica tra il 201° e 300° posto, ma nella graduatoria nazionale perde posizioni: nel 2013 quinta, ora è settima. Perde quota, invece, la Scuola Normale Superiore di Pisa, che esce dalla top 300 dei migliori Atenei e scivola dal quinto al nono posto nella graduatoria italiana, mentre Siena — come già nel 2012 e nel 2013 — è fuori dalla Top 500.

LA CLASSIFICA DI SHANGAI - I ricercatori di Shanghai da oltre dieci anni valutano gli Atenei utilizzando criteri come le pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche, gli ex alunni e docenti vincitori di premi Nobel, citazioni dei lavori dei propri ricercatori, riconoscimenti scientifici internazionali. Valori contestati, ma che comunque suonano un nuovo campanello d’allarme per il mondo accademico: «Si è verificato quanto facilmente prevedibile: il sistema universitario sta arretrando — ribadisce il rettore Augello — Scontiamo anni di tagli alla ricerca, un miliardo in meno in 6 anni, che non possono che dare questi risultati. Gli altri Paesi investono nella ricerca, da noi invece vogliono rottamare i docenti più anziani , bloccando poi le assunzioni e diminuendo le risorse. Siamo preoccupati, è un’emergenza nazionale».

GLI ATENEI TOSCANI - Le conseguenze in Toscana: Pisa esce dalla Top 200 degli Atenei con i migliori risultati in Ingegneria, Chimica e Informatica, perde posizioni nelle Scienze naturali e matematiche e in Fisica (è tra il 101° e 150° posto, l’anno scorso era tra il 76° e il 100°), mentre resta tra i primi 100 solo in Matematica. Esclusa dalla Top 100 di tutti i settori la Scuola Normale di Pisa: nella graduatoria delle Scienze naturali l’anno scorso era tra il 76° e 100° posto, quest’anno è tra il 151° e il 200°. Giù in classifica anche per Matematica e per Fisica, passata — in entrambi i casi — dal ranking del 76°-100° posto a quello tra 101°-150°. Ma il direttore della Scuola, Fabio Beltram, non ci sta: «Veniamo confrontati con istituzioni cento volte più grandi di noi, che per questi parametri saranno comunque “migliori” perché hanno un numero maggiore di docenti e produzioni — sottolinea — Nel parametro dell’intensità di qualità, infatti, siamo sempre tra i primi dieci al mondo, meglio anche di Yale, Cambridge e Oxford». Gli unici indici positivi li regala l’Ateneo fiorentino, che torna nella top 200 di Fisica (e in quella di Medicina), mentre migliora il piazzamento (101°-150° posto) nelle Scienze naturali. Esce però dalla top 200 nell’ambito dell’Informatica, Matematica e Scienze agrarie, mentre perde una posizione nel ranking di Chimica (ora è tra il 101° e il 150° posto): «Abbiamo migliorato in qualche area, nonostante la notevole riduzione del finanziamento — spiega il rettore Alberto Tesi — Per avere le università italiane nella top 100 è necessario incrementare gli investimenti».

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