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IL FESTIVAL

Popoli superstar

Per questa 52esima edizione, al cinema Odeon fino al 19 novembre, la parola d'ordine è “democrazia”

Uno sguardo critico sul mondo e sulla storia, sul presente e su ciò che ci circonda, ecco la missione del «Festival dei Popoli», che da più di mezzo secolo costituisce l'appuntamento cinematografico più importante di Firenze e della Toscana. Per questa 52esima edizione, al cinema Odeon fino al 19 novembre, la parola d'ordine è “democrazia” e gran parte dei documentari in programma ruotano attorno alle mille declinazioni che essa incarna nella realtà contemporanea. «In questi tempi di crisi globale e di lotte per mantenere tassi decenti di dignità personale e collettiva – ha detto il neopresidente del festival, Claudio Giua - sappiamo di poter dare un contributo non marginale, che è fatto come sempre di documentazione attenta, di proposte di soluzione, di momenti di puro divertimento. In concorso e nelle rassegne ci sono opere che mostrano la realtà da angolazioni inusuali».

Pillole di Festival dei Popoli
  • Cave of Forgotten Dreams di Werner Herzog (lunedì 14, ore 21.30)
  •  Le Khmer rouge et le non-violent di Bernard Mangiante (sabato 19, ore 16.30)
  •  Crazy Horse di Frederick Wiseman (sabato 19, ore 21.00)
  •  It Might Get Loud di David Guggheneim (sabato 12, ore 21.30)
  •  La noche que no acaba di Isaki Lacuesta (sabato 12, ore 16.45)

IL PROGRAMMA - Così, nel vasto programma messo insieme da Maria Bonsanti e Alberto Lastrucci, trovano spazio, tra gli eventi speciali, Werner Herzog con la proiezione in 3D di Cave of Forgotten Dreams (lunedì 14) organizzata in collaborazione con Florens, Frederick Wiseman con Crazy Horse (film di chiusura il 19 novembre) sullo storico locale parigino, Raoul Ruiz con Brise Glace (17 novembre, uno dei capolavori dell’archivio del Festival dei Popoli). Quest'anno ospite d’onore sarà Edgar Morin, primo giurato del Festival dei Popoli nel 1959, che ha presentato all’Istituto Francese il documentario Cronique d’un film di Ayreen Anastas, François Bucher e Rene Gabri (materiale inedito di Chronique d’un été, 12 novembre). Nella selezione Fuori Concorso quattro titoli per riflettere su rivoluzione, dissidenza, ribellione e pacifismo nelle democrazie e nei regimi totalitari a suon di rock, Lsd e protesta giovanile, come in Wild Thing di Jérôme De Missolz, un’indagine nei meandri della musica rock tra Iggy Pop, Pete Doherty, Chuck Berry, Rolling Stones, Clash, Velvet Underground e Joy Division o The Black Power Mixtape 1967-1975 di Göran Olsson sul movimento storico delle Pantere Nere, con la colonna sonora di gruppi della black music come Harry Belafonte, Talib Kweli, Erykah Badu.

IL FOCUS SULLA MOSTRA - La consolidata collaborazione tra Festival dei Popoli e CCC Strozzina – Centro di Cultura Contemporanea a Palazzo Strozzi – si arricchisce di un vero e proprio focus, composto da tre film, sul tema della mostra “Declining Democracy - Ripensare la democrazia tra utopia e partecipazione” in corso al museo. Tra i titoli selezionati Fragments d'une Révolution, un’opera collettiva che parte dai cittadini di Teheran per raggiungere quelli di tutto il mondo, tramite una esule iraniana che raccoglie frammenti di immagini delle proteste nel suo Paese da una postazione informatica di Parigi. Nella sezione Panorama la migliore produzione italiana dell’ultimo anno tra cui: Hit the road, nonna del fiorentino Duccio Chiarini, che analizza il ruolo della donna nella società italiana del dopoguerra attraverso la storia di Delia, una delle prime imprenditrici che ha sfidato tutte le convenzioni dell'epoca, e Milano 55,1. Cronaca di una settimana di passioni, film collettivo coordinato da Bruno Oliviero e Luca Mosso che ha visto coinvolti oltre 50 film-makers per sette giorni di riprese, e che è stato girato nell’ultima fase della campagna elettorale per il Comune di Milano, che si è chiusa con la vittoria al ballottaggio di Giuliano Pisapia su Letizia Moratti.

LA RETROSPETTIVA - Accanto alle due sezioni competitive (Lungometraggi e cortometraggi), come di consueto, il Festival presenta una retrospettiva, quest’anno dedicata a Isaki Lacuesta, giovane ma già affermato regista catalano, che ha al suo attivo 24 film (tra lunghi e corti) molto apprezzati nei maggiori festival internazionali per la sua capacità di spaziare tra fiction e documentario, in un’inedita fusione tra generi e linguaggi del cinema. Tra gli eventi collaterali più attesi, la settima edizione degli “Italian Doc Screenings” (dal 16 al 19 novembre presso l’Auditorium di Sant’Apollonia), il più importante showcase dedicato al documentario in Italia, l’unica vetrina di film italiani per il mercato estero, la migliore occasione per presentare progetti, incontrare i decision makers internazionali e discutere del futuro del settore.

Marco Luceri
08 novembre 2011(ultima modifica: 14 novembre 2011)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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