dal 3 al 18 novembre

Gusto verdetto

Sabato riapre l’ex Tribunale in piazza San Firenze: ospita cibi, vini, eventi della Biennale enogastronomica

dal 3 al 18 novembre

Gusto verdetto

Sabato riapre l’ex Tribunale in piazza San Firenze: ospita cibi, vini, eventi della Biennale enogastronomica

L’unico processo ancora ammesso è quello che vede sul banco degli imputati nove vini Chianti Gallo Nero: le etichette dopo essere state giudicate da un pool di esperti che le hanno recensite sulle principali guide del settore, saranno esaminate (e degustate) da una giuria popolare, che dovrà confermare o smontare la sentenza. Poi, nell’ex tribunale di piazza San Firenze, negli spazi dove fino a poco tempo fa si svolgevano le udienze e tra le gabbie degli accusati, andranno in scena show culinari, saranno allestiti banchi per assaggi, verranno apparecchiate tavole per cene a base di gelato, e a muoversi, tra spesa e fornelli saranno chef, produttori, sommelier e artigiani dei sapori.

La nuova vita del vecchio Palazzo di giustizia inizia con gusto: l’ex tribunale, per la prima volta aperto al pubblico, sarà infatti la casa della Biennale Enogastronomica Fiorentina, l’evento che dal 3 al 18 novembre invaderà la città con mercati itineranti, aperitivi, degustazioni, iniziative in piazze, locali, ristoranti ed edifici storici, all’insegna di cibo, musica e, spettacoli. Protagonisti della manifestazione, organizzata da Confesercenti e Studio Umami in collaborazione con Camera di Commercio, Provincia e Comune e la direzione artistica del critico enogastronomico Leonardo Romanelli, saranno il vino, l’olio, la birra, il gelato e i sapori tipici fiorentini. Si parte sabato con un gemellaggio tra Toscana ed Emilia Romagna sancito un brindisi effervescente al Lambrusco. Si continua con il pranzo-staffetta con le portate degustate in diverse botteghe e trattorie cittadine, il Mercatale in piazza Repubblica, i laboratori con le mani in pasta per i più piccoli, il corso dalla vigna al bicchiere, le letture sul vino, la serata che unisce in un’unica melodia birra e jazz.

E ancora le conversazioni sui fornelli 2.0 e i foodblog, le passeggiate per la città con il naso all’insù alla ricerca di lapidi e iscrizioni tra aneddoti e assaggi, il pranzo di solidarietà preparato dai ragazzi della scuola alberghiera Buontalenti per la mensa della Caritas. I locali della movida offriranno aperitivi a tema, i ristoranti uno di quei piatti tipici della cucina fiorentina ormai quasi introvabili. I maestri gelatieri prepareranno specialità autunnali come il gelato al melograno, quello ai funghi porcini e il fior di castagna e il 7 novembre nella casa della Biennale imbandiranno insieme agli chef Marco Stabile e Luca Cai, una cena «da brivido»: crostini con gelato di stracchino e rucola, gelato di melone e prosciutto toscano, gelato di ginger fresco e gamberetti, lampredotto e gelato alla salsa verde, bon bon con gelato di passion fruit e cioccolato. La kermesse che si svolge in un periodo di bassa stagione ma di grandi eventi cittadini (si intreccia con Florens 2012 e il meeting internazionale The Great Wine Capitals) e vede la partecipazione di 400 aziende e 80 ristoranti, mette sul piatto tutta Firenze, unendo in un unico menù storia, arte, ospitalità, cibo e buon bere, miscelando profumi della memoria, gusti contemporanei e sapori del futuro.

Ivana Zuliani31 ottobre 2012 (modifica il 09 novembre 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Tutto a tarallucci e vino
04.11|18:52

Ora e' chiaro, tutto chiaro. Si chiudono le librerie per farci immensi apparati eno-gastronomici in nome della qualita' e del "mangiar lento" (leggi Slow Food: fa' tanto chic no?). Ora anche Piazza San Firenze e poi magari il Salone dei 500, e perche' no Pitti? Anzi, Boboli come luna park che ne dite? E tutto farcito di salamelle, vini, vin santo, crostini, schacciate varie, e tante altre pozioni e porzioni rigorosamente BIO (o scusate, diremo "ORGANIC"). E le masse illuse di sentirti "trendy" si impingueranno le pance, il colesterolo alle stelle, ma tutti felici di rivendicare al mondo la "nostra" cucina e il nostro "bere", con marchi tutti "italiani" (Eat Italy? Slow Food? Slow digest?). Nostri? ne siamo sicuri? E che dietro tutta questa para-rivoluzione del buon gusto, non si celino multinazionali mostruose che mirano alla omologazione del gusto medesimo? Ma chi se ne frega! Meglio una salamella di cinta senese (magari allevata in Ohio) che un buon libro, un buon saggio! Finale: che la democrazia delle pance piene" torni in auge?

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